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Data di pubblicazione: 06 maggio 2008

"Guidava ubriaco", accusa i Vigili di calunnia

Messaggero V.
Friuli-Venezia Giulia


I vigili urbani l'hanno multato per guida in stato di ebbrezza alcolica al volante della sua Porsche Carrera; lui sostiene che a guidare fosse invece la sua fidanzata. E ha denunciato gli agenti che adesso saranno processati per falso e calunnia. È la singolare vicenda che vede contrapposti il 33enne sacilese Christian Casagrande e gli agenti di polizia municipale Manuel Lazzarini, 40 anni, e Oscar Di Sopra, 34, entrambi residenti a Lignano Sabbiadoro. Ieri il Gup del tribunale di Udine Paolo Milocco li ha rinviati a giudizio. Il processo comincerà il 9 luglio. Sono entrambi difesi dall'avvocato Maurizio Conti. Il sacilese si è costituito parte civile assistito dall'avvocato Vitto Claut.
A sostegno dell'accusa portata avanti dal pubblico ministero Matteo Tripani ci sono ben sette testimonianze: quelle di Casagrande e della sua fidanzata e quelle di altre cinque persone che la mattina del 10 settembre 2006 hanno assistito alla scena e quindi sostengono che alla guida della Porsche ci fosse la donna.
Ieri la difesa ha chiesto il proscioglimento dei vigili urbani in via principale, consapevole comunque che soltanto il vaglio del dibattimento potrà chiarire molti particolari, con la deposizione in aula dei testimoni. La difesa ha fatto notare come la denuncia dell'automobilista sia arrivata un mese dopo la multa e il ritiro della patente per guida in stato di ebbrezza. Secondo l'avvocato Conti, gli agenti non avevano alcuna ragione di calunniare il sacilese, che per loro era un illustre sconosciuto utente della strada.
Di diverso parere l'avvocato Vitto Claut, secondo il quale il nocciolo del processo si giocherà sì sulle dichiarazioni dei testimoni, ma anche sulla circostanza che – come ha fatto notare lo stesso legale di parte civile – dal verbale dei vigili non risultava con chi fosse in auto il suo cliente. «Possono aver omesso di indicarlo – ha spiegato l'avvocato Claut – e non avendolo fatto non significa che la ragazza non fosse nell'automobile».
Insomma, un bel rebus, perché l'accusa di falso, che integra la successiva di calunnia, si fonda proprio sul fatto che i vigili urbani avessero indicato l'uomo ubriaco alla guida, senza fare cenno alla sua fidanzata, che anzi secondo i vigili non c'era proprio. Christian Casagrande ammette d'essere stato ubriaco, ma al contempo porta sei testimoni a conferma che si trovava sul lato del passeggero quando è stato fermato.
Inutile dire quindi che la difesa punterà a dimostrare come l'operato degli agenti sia stato corretto, con le conseguenze facilmente intuibili per i testimoni che invece sostengono tutti la stessa versione dei fatti.
(g.s.)

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Fonte: Messaggero Veneto

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